AMARO o BITTER | LIQUORISTICA
Quando parliamo di Amaro o Bitter, ci riferiamo una bevanda alcolica generata per infusione di erbe dal sapore, come vuole il termine, amarognola, ma piacevole per il sue caratteristiche zuccherine. Come già visto per il vermut, i liquori e anche per alcuni distillati, come il Jenever, già nell’antichità erano stati creati prodotti digestivi, le cui mitiche radici le si trovano nei preparati di Ippocrate.
Questo tipo di bevande nacquero inizialmente nelle abbazie benedettine. Sono stati infatti i frati, per primi, che erano gli unici a possedere la ricetta del rimedio naturale, a creare liquori e amari, attraverso infusioni di alcol ed erbe, somministrate come medicinali. Il cambiamento decisivo avvenne nel 1906, quando l’American Food and Drug Administration decise di tassare questo tipo di beveraggio al pari degli altri prodotti alcolici, cosa che cagionò un tracollo delle vendite.
In ogni caso, soprattutto in Italia, Paese che ne rimane il primo produttore, la tradizione dell’amaro non è mai tramontata, accordando il piacere coi benefici digestivi del fine pasto. L’antica usanza continua anche oggi, dato che per la creazione degli amari si vanno a riprendere quelle ricette in voga nell’antichità, trasformando un prodotto un tempo meramente medicinale in uno consono al commercio.
Per il processo della sua creazione, le piante utilizzate vengono pestate e poste in infusione all’interno dell’alcol, per poi filtrare la soluzione con acqua e zucchero. Tra le piante maggiormente utilizzate, che poi dipendono dalla cultura ci ogni regione, troviamo: la china, la genziana, poi agrumi e cortecce. Le piante amare, come quelle che ora si sono citate, favoriscono la diffusione di succhi gastrici, agevolando così la digestione, non è un caso infatti che gli amari siano bevuti, di norma, dopo mangiato, proprio per le loro capacità digestive, anche se molto spesso vengono bevuti solo per una questione di gusto, come a incorniciare un pranzo o una cena, arricchendo gli ultimi momenti con la ciliegina sulla torta.