ANDREA MONTINI. “IL VINO RAPPRESENTA QUELLE EMOZIONI CHE CONNOTANO LA NOSTRA VITA”. | INTERVISTE
Andrea Montini ha cominciato ad avvicinarsi al vino nel 2007. Sono passati molti anni ed è accresciuta la passione, come sono accresciuti i titoli. Oggi Andrea è un giovane conoscitore di questa storica bevanda e ha un grande sogno, quello di creare un giorno il suo vino. Ascoltiamolo.
Ciao Andrea, tu sei un esperto nel campo del vino, potresti parlarmi della tua formazione in questo senso?
La mia formazione inizia nel 2007, quando intraprendo l’Università di Agraria, con ramo Viticoltura e Enologia, presso la Statale di Milano. Ho seguito poi vari corsi: Onav, Barman, Sommelier (AIS), Alma, Comunicazione e Gestione del Vino, nonché Brand Ambassador.
Il tuo amore per la materia si nota dal tuo curriculum, con tante esperienze di studio e lavorative sul campo. Come è nata questa tua passione?
Fino a 23 anni non ne capivo niente e non m’interessava, poi, iscrivendomi a Enologia, ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo speciale, volendolo capire sempre più. All’inizio ogni vino sembra buono, ma studiandolo ti rendi conto che non è così, volendo approfondire in modo specifico la materia.
Tra le attività da te svolte vi è stata anche quella di ufficio stampa, c’è un interesse da parte tua anche per il mondo del giornalismo?
Sicuramente ho interesse per la figura dello scrittore in generale. Ho scritto in passato per blog sportivi (in particolare di basket) e di vino. Scrivere articoli sul vino mi piace, perché posso condividere la mia passione. Ritengo che per farlo però sia indispensabile informarsi bene, per poi scrivere per condividere le informazioni giuste.
Che cosa rappresenta il vino per te?
Il vino è una bevanda che in passato era considerata un alimento, in un secondo frangente è diventata edonistica, un mezzo per passare momenti spensierati. Con una bottiglia di vino si riesce a radunare persone, parlare, stare con gli amici. È per questo che mi piace bere il vino in compagnia, mentre non lo faccio da solo.
Hai un vino preferito?
Tecnicamente parlando, ci sono grandissimi vini che ho avuto il piacere d’assaggiare, come lo Château Petrus, il Romanée-Conti, La Tâche, Bordeaux, Champagne, Château Le Pin, Californiani, Sassicaiai, Monfortino, Grands Crus di Borgogna… questo è il punto di vista tecnico, ma esiste poi quello emozionale. Ciascun vino mi ricorda determinati momenti passati con quella persona, in quel momento, in quel posto… insomma, si tratta di vini che ricordo per le emozioni vissute.
Come stai proseguendo il tuo percorso?
Chi ha la fortuna di avere come passione il vino, sa che non arriverà mai a sapere tutto. Pensiamo a quante cantine ci sono solo in Italia, non possiamo avere idea di quante ce ne possano essere nel mondo. Insomma, la materia risulta praticamente infinita per una sola esistenza, e questo è il bello, ci sarà sempre qualcosa di nuovo da scoprire.
Progetti per il futuro? Qual è il tuo sogno?
Progetti e sogni coincidono. Il grande sogno è arrivare a produrre il mio vino, perché ho il desiderio di mettere del mio in una bottiglia: il mio carattere, la mia idea. Sto lavorando per trovare terreni e fondi per aprire l’attività. L’impegno più ravvicinato invece è quello continuare a lavorare nel mondo del vino, in qualsiasi modo. Quando c’è il vino di mezzo per me è sempre un grande piacere: una passione e quindi anche un divertimento.