Cachaça | DISTILLATO
La cachaça è il più famoso distillato brasiliano, del quale tutt’oggi questo Paese ne è il primo produttore mondiale. Realizzato con la canna da zucchero, la sua coltivazione iniziò con il colonialismo portoghese, che trovò nel Brasile il clima ideale per la coltivazione della canna. Già nel 1630 i carioca iniziavano la coltura e l’esportazione della canna da zucchero, diventando in questo la prima Nazione al mondo per giro d’affari. Nel 1640 iniziò anche la creazione del distillato. La cachaça inizialmente si presentò come bevanda povera, chiamata, tra gli altri nomi, “pinga”, e proprio per la sua natura elementare fu fin da subito utilizzata per l’ideazione di un cocktail anche oggi esistente: il Caipirinha, molto bevuto dai contadini e dagli schiavi, per le sue qualità energetiche, grazie alla presenza di miele e lime (non si utilizzava ancora lo zucchero, prodotto che si preferiva commercializzare).
Per quanto riguarda la produzione, la canna da zucchero viene raccolta due volte all’anno, attraverso macchinari, la raccolta a mano è quasi totalmente scomparsa. Alcuni utilizzano la tecnica dell’incendio controllato, che permette di defogliare la canna in modo rapido, anche se questo modo di procedere viene osteggiato da alcuni produttori, perché altererebbe gli elementi della sostanza. Il succo viene poi fermentato dentro recipienti detti “tachos” in un periodo che va dalle 36 alle 72 ore, a una temperatura di circa 30 gradi. Come per il whiskey americano, si utilizza il metodo sour mash, aggiungendo al mosto nuovo del mosto madre. La distillazione viene compiuta di norma con alambicchi a colonna, che infine porteranno il distillato a una temperatura di circa 40 gradi, dopo un riposo in acciaio. Di norma è sufficiente una distillazione, anche se in alcuni casi si procede con una seconda. Non è necessario l’invecchiamento, anche se alcuni produttori lo lasciano riposare anche per anni. Alla fine avremo la cachaça, un distillato saporito e gustoso.