Dario Ciarlantini, formatore nel mondo del caffè

Dario Ciarlantini - Corriere del Bar
Dario Ciarlantini - Corriere del Bar

DARIO CIARLANTINI, FORMATORE NEL MONDO DEL CAFFÈ | INTERVISTE

Dario Ciarlantini è formatore, consulente aziendale ed AST della SCA (Specialty Coffee Association), associazione nel mondo del caffè. Collabora con aziende di caratura nazionale e internazionale, avendo così spesso e volentieri la possibilità di trovarsi all’estero. Questo gli permette di avere una visione ampia sul panorama, sapendo notare il diverso rapporto che i diversi Paesi instaurano con questa bevanda.

Ciao Dario! Innanzitutto vorrei chiederti come è nato in te l’amore per il mondo del beverage, in particolare per il caffè…

Ciao Stefano. Devi sapere che i miei genitori avevano una pasticceria, in un secondo momento aprirono un locale dove c’era anche il bowling. Vi era anche il bar ed è lì che ho iniziato a sperimentare, divertendomi a creare cocktail, facendo uso di tutto quello che riguarda il mondo della bevanda.Dopo 11 anni, all’età di 25 anni, ci trasferiamo a Tolentino e apriamo un nuovo locale bar pasticceria, dove mi sono appassionato al caffè, soprattutto concentrandomi sul cappuccino, deciso a creare il miglior cappuccino in circolazione. Ecco, da qui è nato tutto.

Poi ti sei dato alla formazione e alla consulenza. Di cosa ti occupi nello specifico nel tuo lavoro?

Sono un consulente per le aziende che operano nel mondo del caffè. Lavoro con molte, in modo assiduo con la Simonelli Group e Romcaffè. Mi occupo di formazione, di problem solving da tutti i punti di vista, anche quello di commercializzazione e vendita. Testo nuovi prodotti, sperimento… insomma, è un mestiere stimolante che mi permette anche di viaggiare per il mondo.

Riguardo questo punto, come stanno andando le cose all’estero? Ci hanno superato o gli italiani rimangono i migliori?

Credo che ci abbiano superato dal punto di vista tecnico, studio, utilizzo prodotti. Poi dipende da Paese a Paese, Russia e Inghilterra per esempio sono cresciute, ma accanto all’alta qualità se ne trova anche della scadente. Credo che la Nazione straniera alla quale potrei dare lo scettro del caffè sia da dividersi tra Arabia Saudita e Emirati Arabi (Dubai). I baristi sono molto formati, tutti praticano la latte art, sanno vendere bene il prodotto e creare molti specialty coffees, anche se bisogna ammettere che alcuni di quelli che loro considerano specialty non sono altro che caffè della nostra tradizione.

Dario Ciarlantini SCA Specialty Coffee Association - Corriere Del Bar
Dario Ciarlantini SCA Specialty Coffee Association – Corriere Del Bar

Il caffè italiano comunque è molto esportato.

Il caffè è molto esportato in virtù della nostra grande tradizione. La vera forza è il nostro brand, la storia, l’esperienza. Quello che dovremmo fare è sfruttare queste importantissime doti per creare qualcosa di nuovo e per fortuna molti lo stanno facendo, inventando specialty coffees. Mettiamoci nei panni degli stranieri, per loro il caffè è un prodotto esotico ed è per questo che lo trattano come tale, sperimentando continuamente. Per noi il prodotto è appurato e non per questo dovremmo fermarci al passato.  

Negli ultimi anni siamo migliorati o no?

Secondo me stiamo migliorando sulla qualità, pulizia, manutenzione, e quel servizio sul programma televisivo di Report andato in onda nel 2014 è stato un vero spartiacque. Fino a quegli anni non sapevamo cosa fosse la pulizia della macchina, oggi invece molti locali e aziende stanno attenti, comprese aziende importanti, con alcune delle quali ho avuto anche la fortuna di collaborare. Vuol dire che la qualità sta aumentando, segnale d’un cambio di rotta. Anche la funzione del trainer e del formatore si sta rivelando fondamentale ed è per questo che fin dal 2014 prevedevo che quasi tutte le aziende ne avrebbero richiesta la presenza… la cosa si sta avverando in effetti. 

Dario Ciarlantini, Mr. Purge - Corriere del Bar
Dario Ciarlantini, Mr. Purge – Corriere del Bar

Ultima domanda Dario. Come stai vivendo questo momento complicato?

La parola chiave è Attesa. Ho la fortuna di collaborare con aziende solide, dunque vi sono molte speranze per la ripartenza. Credo che sarà necessario dare luogo a corsi online, per aspettare di poter fare le lezioni pratiche nei prossimi mesi. Ho approfittato di questo periodo per stare con la mia famiglia, per ultimare un libro che sto scrivendo insieme a uno scrittore, si tratta di un manuale per il barista. In ogni caso, penso sempre a come agire e cerco di non lamentarmi. Il mio lavoro è fatto con la testa per trovare soluzioni e adesso è il momento di mettersi in gioco. D’altra parte il mio motto è: “Cerca di trovare le motivazioni per fare le cose e non le scuse per non farle.”