IOVEM, IL NETTARE VIOLA DI ADRIANO COSTIGLIOLA E BRUNO VANZAN | INTERVISTE
Adriano Costigliola è ormai da anni nel mondo della miscelazione. Già Brand Ambassador per Bacardi Martini ha creato, insieme al socio Bruno Vanzan, il prodotto IOVEM: un particolare liquore completamente Made in Italy (Qualità Italiana) a base di miele e mosto d’uva adattissimo per la creazione di Cocktail, il quale sta avendo un notevole successo.
Ciao Adriano, innanzitutto dimmi come è nata la tua passione per il mondo del beverage…
Ciao Stefano, la passione è un po’ capitata per caso. In passato ho fatto vari lavoretti nel weekend per racimolare qualcosa e tra le tante esperienze il mondo del bar mi ha sempre affascinato. Vedendolo dall’esterno, credevo non ci volessero particolari competenze, invece ce ne vogliono tantissime. Ho fatto di tutto, dal lavapiatti fino a ricoprire ruoli importanti, facendo corsi, viaggiando, esplorando. Ho deciso infine che questa doveva essere la mia strada. Sono riuscito anche ad aprire un bar tutto mio, avvenimento che vidi un po’ come il coronamento di un percorso e durante questa esperienza facevo anche l’istruttore in una scuola di bartending. In questo periodo mi arrivò una telefonata di Bacardi Martini, che mi chiamò a lavorare per Expo, in qualità di direttore della Terrazza Martini. Per la stessa azienda ho poi ricoperto il ruolo di Brand Ambassador, con precisione mi occupavo della Tequila Patrón. In un secondo tempo ho ricoperto lo stesso ruolo anche per Grey Goose.
Un bagaglio di esperienze importanti, tutte che hanno contribuito per formare una sempre maggiore competenza in questo mondo. Poi alla fine è arrivata la svolta, un po’ pazza, con un treno che è passato e che non ho voluto perdere.
Il treno ti porta alla creazione del prodotto IOVEM. Come nasce questa bevanda? Di cosa si tratta?
Nella vita i treni passano per tutti, bisogna saperci saltare su, anche se a volte è un azzardo. IOVEM nacque per gioco, quando una volta mi trovai con Bruno Vanzan a cena. Parlavamo e fantasticavamo e così vennero fuori anche le prime idee più concrete. La cosa c’infervorò, così cominciammo a studiare e a fare ricerche. Da lì partì tutto, inizialmente confrontandoci durante il tempo libero, ma presto il progetto divenne serio e sostanzioso.
Sento tante persone dire che è stato inventato già tutto, ma io non sono molto d’accordo. Si pensa che per inventare qualcosa di nuovo bisogna fare chissà che cosa, quando invece a volte basta la semplicità. Ci chiedevamo perché i prodotti liquoristici non riescono a essere protagonisti all’interno dei cocktail. La risposta è perché sono molto zuccherati e quindi stucchevoli. Cominciammo a ragionare su questo, interpellando persone esperte nel settore e facendo test, utilizzando prodotti senza zucchero. Siamo risaliti agli arbori della miscelazione, scoprendo che gli antichi cinesi sono stati gli inventori della prima bevanda storica: un fermentato di miele, che poi in un secondo momento i romani rielaborarono per dare vita alla loro Ambrosia.
Cominciammo a fare test con differenti miscelazioni, con miele e mosto d’uva fermentato, utilizzando quindi Ingredienti completamente naturali. Siamo stati pienamente soddisfatti del prodotto finale, adatto sia ai cocktail che alla degustazione liscia.
Ma come è composto con precisione IOVEM?
In IOVEM (dall’accusativo latino “Giove”, il padre degli Dei, non a caso sulla bottiglia sono illustrati fulmini) sono presenti, oltre miele e mosto d’uva, anche lo zenzero, antica spezia degli antichi romani, e il limone, che pur provenendo in dal sud-est asiatico è un agrume che ha trovato il suo largo utilizzo in Italia. La gradazione finale è di quindici gradi e non abbiamo fatto questa scelta a caso, visto che a livello mondiale la gradazione dei cocktail si sta abbassando. Altro elemento fondamentale è il colore. Abbiamo pensato che il viola non è mai riuscito a imporsi come cromia per una bevanda alcolica e siamo riusciti a ottenerla in un modo totalmente naturale, grazie all’utilizzo dell’enocianina.
Come distribuite IOVEM?
Siamo partiti dall’Italia, attenti a non fare il passo più lungo della gamba. Il primo anno abbiamo distribuito autonomamente IOVEM, avendo già tantissimi riscontri positivi. Dopo un anno, visto il successo pazzesco, abbiamo raggiunto un accordo in distribuzione alla storica azienda Stock, con l’Amministratore Delegato Italia Marco Alberizzi che ha creduto tantissimo nel nostro progetto.
Poi arrivato un altro passo molto importante, quando è nato Mov.
Mov ha a che vedere la Movida, oggi presa di mira crudamente dai media. Cosa ti senti di dire a riguardo?
Non è bello che la Movida abbia sempre un’accezione negativa. La Movida non viene vista come espressione di un settore professionale e vivo, ma sempre come divertimento futile e dannoso. Con Red Bull si è creata una vera e propria fucina d’idee e da qui è nato Mov, dalla fusione di IOVEM e del loro prodotto bio Tonic Organics, mettendo anche tre grani di pepe bianco. Non a caso “Mov”, cocktail dalla gradazione di cinque gradi, in greco significa “Viola”: un colore innovativo con un messaggio innovativo, che per una volta si mette dalla parte della Movida. Bisogna bere in modo responsabile, certo, ma anche con gusto, perché deve essere anche un piacere.
Come vi siete mossi col Covid?
Per noi la chiusura non è stato un momento semplice, dato che IOVEM non era presente nei supermercati ed era acquistabile solo su E-commerce. Nonostante questo abbiamo voluto lanciare un messaggio forte, invitando le persone a non comperare IOVEM su internet, perché non volevamo generare ulteriore movimenti dei corrieri in giro per l’Italia.
Progetti per il futuro?
Ci siamo già attivati per l’esportazione di IOVEM. Ad oggi vogliamo consolidarci in Italia. Per me e Bruno, riuniti sotto la denominazione aziendale di IOVEM Srl, la qualità italiana è fondamentale e la nostra produzione è svolta dallo storico liquorificio Amariani in Brianza. Il periodo non è facile e non è semplice promuovere un nuovo prodotto. Abbiamo comunque già avuto risposte positive dalla Svizzera e apriremo anche in altri Paesi nei prossimi mesi. L’obiettivo è quello di essere presenti nel mondo nel giro di qualche anno, facendolo a testa alta, dopo l’ottimo successo in Italia, diffondendo un prodotto al cento per cento italiano.
Dimmi qualcosa su Bruno Vanzan, come è nato il vostro progetto?
Bruno è il marito di mia sorella e in virtù di questo ottimo rapporto famigliare ci abbiamo pensato mille volte prima di lavorare insieme, per paura di incrinare i rapporti. Ci abbiamo pensato tanto, non avremmo mai messo a repentaglio il nostro rapporto per il business.
Ci accomuna tantissimo la voglia d’innovare e sperimentare e insieme facciamo una bella squadra. Lavorare con Bruno non è semplice, è un vulcano d’idee col pensiero sempre in funzione. Quando sta un attimo in silenzio c’è da avere paura! Significa che sta pensando a qualcosa da realizzare.
Tanto lavoro, ma anche tante soddisfazioni…
IOVEM crea moltissimo lavoro, ma quando si fa quello che ci piace la stanchezza si supera attraverso il divertimento. Infatti, tornando all’inizio dell’intervista, io il mio treno l’ho preso e per farlo ho lasciato l’azienda dove lavoravo. È stato un azzardo, ma ne è valsa la pena.