LUCIO ALIAS L’APOSTOLO | INTERVISTE
Avevamo conosciuto Lucio Alias L’Apostolo qualche tempo fa, quando ancora si trovava a lavorare a Caorle. Oggi il bartender ha cambiato vita e si trova a Portogruaro, città bella e stimolante. Ma ascoltiamo Lucio.
Ciao Lucio è da un po’ che non ci sentiamo, innanzitutto ricorda ai nostri lettori chi sei e di cosa ti occupi.
Ciao a tutti, io sono Lucio Alias L’Apostolo, faccio questo lavoro ormai da qualche annetto e i capelli bianchi lo dimostrano molto bene. Ho avuto un percorso lavorativo molto intenso che mi ha dato moltissime soiddisfazioni, vincendo tre competition Nazionali. Inoltre ho creato il mio gin (Harry Johnson Gin). Poi ho lavorato in moltissimi locali di spicco del triveneto creandone uno tra i più importanti (Harry Johnson Speakeasy), arrivato 6° tra i locali rivelazione d’Italia qualche tempo fa. Ho creato un corso intensivo per neofiti da cui sono usciti alcuni Barman che ora ricoprono figure importanti nell’ambito internazionale. Collaboro con molte aziende del settore Beverage ma soprattutto mi diverto ancora molto, che è la cosa fondamentale in questo lavoro.
La nuova sfida di Lucio
Sono cambiate un po’ di cose da qualche tempo. Ora non lavori più a Caorle, ma a Portogruaro, dove sei il Bartender di punta del locale. Puoi parlarmi di queste nuove esperienze? Hai trovato una bella realtà a Portogruaro?
Sì, ho a malincuore abbandonato Caorle, perché ormai erano 7 anni che ero fermo lì. Di solito non mi sono mai soffermato per più di un anno in un locale proprio perché ho sempre avuto bisogno di nuova linfa, di nuove esperienze, di nuove energie, perché non ho mai sopportato la monotonia, il “fare la muffa” stando sempre nello stesso posto, rischiando di perdere la felicità. Quindi ho abbandonato l’Harry Johnson, che per me era come un figlio, dato che ho dato anima e cuore a questo progetto, ma ormai dopo anni di traguardi sono arrivato al momento dell’addio. D’altronde, come si dice dalle mie parti, non si può tirar fuori sangue da un albero, proprio perché ormai non avevo più nulla da chiedere a questo progetto e ho deciso di cambiare aria. Ora sono a Portrogruaro, al locale Civico 101, una “piazza” che non conoscevo molto, ma che in realtà ha un sacco di potenziale. Una cittadina storica piena di vita, ricca di locali e ristorantini alla moda. Sotto i portici spiccano un sacco di negozi anche di griffe riconoscute. La cosa positiva è che il mondo del bartending nella zona è abbastanza “vergine” per quanto riguarda innovazione, signature drink ecc… Quindi la sfida è ancora più interessante, infatti sono stimolato al massimo. Questo anche perché con Roberto, il titolare, essendo in primis affascinato da questo mondo e dall’innovazione, c’è molta complicità nell’organizaziopne di eventi drink list apposite, signature particolari e prossimamente usciremo con delle “chicche” importanti.
Lucio Alias L’Apostolo è molto creativo e ogni stagione per lui è fonte d’ispirazione. L’inverno sta arrivando, come lo prevedi? Quali cocktail andranno per la maggiore?
Dopo un’estate tra alti e bassi atmosferici finalmente arriva l’autunno/inverno. Si tratta di una delle stagioni che più adoro, perché il sole scende presto e si sa che la notte è sempre ricca di vita nei locali. Cambia la drink list e i drink citrici e rinfrescanti lasciano il posto a quelli più caldi e avvolgenti. Facendo gli scongiuri, dovrebbe essere finalmente un inverno di libertà, senza restingrimenti e senza paure, quindi prevedo che ci sarà un sacco di effervescienza nell’aria. Secondo me questo inverno andranno molto i drink con il whiskey, ma soprattutto saranno molto utilizzati gli infusi di thè (chai, cannella, anice…). Noi stiamo creando nuovi drink proprio per dare sempre ricircolo alla lista cocktail. Questo con eventi specifici e con molte collaborazioni con aziende del Beverage ma anche aziende di cibo per creare un aperitivo di nicchia con prodotti di prima qualità.
Il problema del ricambio generazionale
Come vedi il ricambio generazionale nel mondo del bar?
I ragazzi al giorno d’oggi hanno molta “fame”. Come può essere un pregio però, allo stesso tempo può essere un difetto. Questo è dovuto forse anche a questa società frenetica, o, perché no, anche dovuto ai social network, vogliono tutto e subito, vogliono bruciare le tappe, “la gavetta”. Al giorno d’oggi le nozioni tra corsi, master, social, youtube ecc… sono infinite, cosa che anni fa non esisteva, però le nozioni vanno usate e dosate bene. Non nasciamo Bartenders, quindi bisogna avere molta pazienza e seguire i consigli di chi fa questo lavoro da qualche annetto in più. Ti faccio l’esempio di Filippo, ragazzo di 20 anni che lavora con me. Ha molto potenziale e freme per “salire sul palco”. Sto cercando di guidarlo lungo un percorso ma non è così semplice, proprio perché abbiamo delle responsabilità verso di loro. Forse uno dei problemi al giorno d’oggi è che c’è troppo di tutto, siamo saturi di nozioni, ne escono continuamente ma non abbiamo il tempo e i mezzi per assorbire tutto, quindi il mio timore più grande è che prima o poi ci ritroveremo tutti disorientati all’interno di un labirinto e non sapremo che strada prendere…
Progetti per il futuro?
Al momento mi trovo molto bene qui, l’idea di aprire dei locali c’è sempre, ma per il momento mi godo questo momento “sabbatico” per mettere in chiaro le idee, anche perché avendo molti hobby sono al lavoro anche su un libro e su un progetto artistico.
Leggi anche: https://www.corrieredelbar.it/giuseppe-garibaldi/