MAURO UVA. LA GRAPPA, TRA POESIA E TRADIZIONE | INTERVISTE
Mauro Uva sta compiendo insieme al suo socio Michele Dal Bon, la loro azienda è Fucina per Bere, un percorso molto particolare sul mondo grappa. Partendo dalla storia e la tradizione del prodotto, si prestano a una sperimentazione continua, valutando il prodotto per la Qualità Italiana (Made in Italy) anche in chiave miscelazione.
Ciao Mauro, come nasce il tuo amore per la grappa?
Ciao Stefano, il mio amore per la grappa è identificato dal mio stesso cognome (ride). Poi sono nato nel Friuli Venezia Giulia, che tradizionalmente ha un legame viscerale con questa bevanda. Così si è fatto largo in me, sempre più, il desiderio di valorizzarla. Diamo molta importanza al whisky e al gin, che sono buonissimi, ma dobbiamo anche valorizzare un distillato così pregiato e pieno di storia che ha radici nella nostra penisola. Allora mi sono messo a studiare in modo approfondito e a collaborare con molte aziende, aprendo anche la prima scuola di miscelazione dove la grappa si rivela l’ingrediente principe. Insomma, la mia è una vera e propria crociata e adesso se ne cominciano a vedere i frutti.
Per anni forse la grappa non è stata bene valorizzata.
Purtroppo sì. Questo distillato non era stato ben studiato e negli anni Ottanta, in fase di miscelazione, non si è riusciti a valorizzarne il sapore. Bisogna sapere che non si può parlare solo di grappa, bisogna invece necessariamente parlare di grappe, perché la bevanda cambia a seconda della buccia d’uva che si usa, a seconda di come la si distilla e con quale alambicco.
Ma quali sono gli elementi che meglio si sposano con la grappa?
Sono più vicini di quello che pensi. Voglio dire che gli elementi giusti si trovano proprio nel contesto e nel territorio in cui la stessa grappa vive. Il miele si sposa benissimo con la grappa per esempio e funge anche da ottimo antinfiammatorio. Sul miele devo anche dirti che siamo i primi che riusciamo ad aromatizzarlo a freddo, cosa che ci permette di non rovinarne le proprietà. Il caffè è un altro ingrediente che si sposa molto bene e che dà luogo a un buonissimo punch! Portiamo avanti in generale progetti in grado di valorizzare il nostro territorio.
La vostra è una vera e proprio ricerca approfondita, tantoché su parla di Graspology.
Proprio così, è un progetto che porto avanti con il mio socio Michele Dal Bon (l’azienda è Fucina del Bere), lui un esperto di storia del prodotto. Insieme collaboriamo con molte aziende e portiamo avanti il nostro progetto Graspology, un tour nazionale grazie al quale trasmettiamo le nostre conoscenze sul mondo grappa. Stiamo per partire anche quest’anno!
In Italia siamo forse troppo focalizzati sul vino.
Anche questo è vero e ancora si crede che la grappa sia fatta con quella che viene definita “uva di scarto”, mentre quella “buona” è usata per il vino. In realtà ormai la grappa viene realizzata con una buccia d’uva sempre più selezionata. Quindi si può parlare a tutti gli effetti di prodotto ricercato e pregiato.
Ti abbiamo visto su Sky 815 con “Spirito d’Uva”, come è stata questa esperienza?
Molto bella, è stato piacevole poter parlare di quello che amo in tv, accompagnato dal giornalista Federico S. Bellanca. Un modo diverso per diffondere la nostra ricerca.
Mauro Uva, Quali progetti hai per il futuro?
Ricominciare il nostro tour e anche un libro da pubblicare…